Umanesimo Economico: due parole che, messe insieme, formano un’espressione che brilla tanto quanto la velocità con cui passa e svanisce. E se non fosse una meteora ma un’utopia imperfetta su cui atterrare? Imperfetta poiché l’Umanesimo Economico prospetta la visione di un mondo migliore, ma non punta alla perfezione. Come direbbe Lev Tolstoj, volendo essere perfetti, non si sarà mai soddisfatti essendo molteplici e di tale spessore le sfide da fronteggiare e i difetti da esaminare.
L’Umanesimo Economico avvia un processo intellettuale che richiede partecipazione attiva, fiducia e flessibilità di ogni individuo. Ci ricorda che non possiamo essere osservatori passivi, ma dobbiamo impegnarci operosamente con le idee e i concetti che esso presenta. L’atmosfera culturale è paragonabile all’Atelier de Bazille, un dipinto di Jean Frédéric Bazille (1841-1870) che ritrae un luogo di vita, di scambi creativi e di passione condivisa tra personaggi provenienti da diversi background culturali (pittura, musica, scrittura) uniti da sincera amicizia, complicità e reciproca ammirazione. Questa unità nella diversità fa sì che ogni partecipante a questo viaggio si senta incluso e valorizzato.
Il percorso dell’Umanesimo Economico implica l’abbandono delle convenzioni tradizionali sul funzionamento dell’economia e la promozione di un rapporto benefico tra Uomo e Natura. Si tratta di passare dall’economia della quantità all’economia della qualità, esaltando i valori della sostenibilità e dell’equità. Come scuola di pensiero che dà priorità al benessere del sistema Terra nel suo complesso, l’Umanesimo Economico sfida pregiudizi e convinzioni che si nascondono dietro il facile mantra della crescita.
L’approccio teorico proposto dall’Umanesimo Economico implica una ricerca disinteressata della conoscenza da parte di esseri umani dotati di comprensione e consapevolezza. Il pensiero umanista indipendente, quindi, è anche un invito all’azione contro il temuto pericolo del declino dell’Europa. Con l’assolutismo tecnologico dei tecno-feudali americani e il mercato di massa dei beni di consumo basati sull’intelligenza artificiale, la corretta comprensione e consapevolezza della realtà sono prerogativa degli esseri umani.
La risposta ai tecnocrati dispotici deve essere predisposta da un’Europa che dia voce a pensatori umanisti indipendenti e versatili che non accettino acriticamente i suggerimenti dell’IA e riflettano sulle somiglianze degli esseri umani tra loro e con tutti gli altri animali e specie vegetali. Sono i pensatori dell’Umanesimo Economico che possono ridurre le numerose e profonde fratture nel mondo naturale, nella società e nell’economia che l’autoritarismo digitale sta invece aggravando.
WHAT IS ECONOMIC HUMANISM?
Economic Humanism: two words that, when combined, form an expression that shines as brightly as the speed with which it passes and vanishes. What if it were not a meteor but a catalyst for change, an imperfect utopia to strive for? Imperfect because Economic Humanism envisages the vision of a better world but does not aim for perfection. As Lev Tolstoy (1828-1910) would say, wanting to be perfect, one will never be satisfied since the challenges to be faced and the defects to be examined are so many and so great.
Economic Humanism initiates an intellectual process that requires the active participation of each individual, their presence, trust, and flexibility. It reminds us that we can’t be passive observers but must actively engage with the ideas and concepts it presents. The cultural atmosphere is comparable to the Atelier de Bazille, a painting by Jean Frédéric Bazille (1841-1870) that portrays a place of life, creative exchanges and shared passion between characters from different cultural backgrounds (painting, music, writing) united by sincere friendship, complicity and mutual admiration. This unity in diversity makes each participant in this journey feel included and valued.
The path of Economic Humanism involves setting aside traditional conventions about how the economy works and promoting a beneficial relationship between Man and Nature. It is about moving from the economy of quantity to the economy of quality, exalting the values of sustainability and equity. As a school of thought that prioritizes the well-being of the Earth system as a whole, Economic Humanism challenges prejudices and beliefs that hide behind the easy mantra of growth.
The theoretical approach proposed by Economic Humanism involves a disinterested search for knowledge by human beings who possess understanding and awareness. Independent humanist thought, therefore, is also a call to action against the feared danger of Europe’s decline. With the technological absolutism of American techno-feudalists and the mass market of consumer goods that rely on artificial intelligence, the correct understanding and awareness of reality is the prerogative of human beings.
The answer to despotic technocrats must be arranged by a Europe that gives voice to independent, versatile humanist thinkers who do not uncritically accept the suggestions of AI and reflect on the similarities of human beings among themselves and with all other animals and plant species. They are the thinkers of Economic Humanism who can reduce the numerous deep fractures in the natural world, society, and the economy that digital authoritarianism is instead aggravating.
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