Con il termine di pin-up (termine traducibile con “da appendere”) si indicano generalmente le ragazze – solitamente procaci, ammiccanti e sorridenti – fotografate in abiti succinti le cui immagini, durante la Prima Guerra Mondiale, iniziarono a diffondersi su molte riviste settimanali degli Stati Uniti d’America, per iniziativa del presidente Thomas Woodrow Wilson il quale aveva istituito la Division of Pictorial Publicity, con lo scopo di ideare stimoli visivi per convincere gli uomini ad arruolarsi.
Questo fenomeno attirò in maniera sempre maggiore l’attenzione soprattutto dei lettori uomini, e in particolare registrò un incredibile successo fra i soldati impegnati al fronte, che usavano appendere le Fotografie di queste ragazze nei loro armadietti o nelle loro tende di accampamento. (da Wikipedia.it).
Appendete queste biografie e questi nomi nel vostro armadietto e tenete conto che abbiamo tutto da imparare da loro…
Ricordo perfettamente il mio primo incontro con Mary Parker Follett perché è stata una sorta di Epifania. Mi stavo aggirando vorace in una biblioteca pubblica interamente dedicata alle organizzazioni aziendali e all’improvviso ho scorto qualcosa di quasi incredibile: un libro scritto da una donna. Inutile dire che immediatamente mi ci sono fiondata sopra nonostante il titolo ben poco accattivante: “Nuovi Modelli di Direzione delle Imprese”. Il titolo era ancor meno accattivante a causa della data di pubblicazione: 1979, come dire…alla faccia delle novità. Quello che è accaduto già dalla lettura delle prime pagine è stata per me una vera sorpresa. Concetti non solo modernissimi, ma spiegati e motivati in modo innovativo ed estremamente efficace
Un individuo non dovrebbe impartire ordini ad un altro, ma entrambi dovrebbero essere d’accordo nel “prendere ordini” dalla situazione stessa…se coloro che si trovano in una posizione di superiorità spersonalizzassero gli ordini, allora non ci sarebbe né da un lato un’autorità dominante, né dall’altro quella pericolosa tendenza a lasciar fare che deriva dal timore di esercitare un’autorità eccessiva. Naturalmente dobbiamo esercitare una qualche autorità, ma sempre quel tipo di autorità che la situazione richiede.
Nulla di sconvolgente direte voi, concetti moderni anche se poco utilizzati (viste le litigate all’interno dei contesti lavorativi), ma nulla di più, salvo un piccolo dettaglio: Mary Parker Follett è nata nel 1868.
Il suo viaggio, conosciuto solo da pochi esperti del settore, ha portato questa donna incredibile ad essere una pioniera nel campo delle relazioni umane, della democrazia organizzativa e della consulenza manageriale. Nata nel Massachusetts ha frequentato il Radcliffe College, il ramo femminile di Harvard, dove si è laureata summa cum laude nel 1898. Durante i suoi studi, ha condotto una ricerca approfondita sul governo, culminata nella pubblicazione del suo primo libro, “The Speaker of the House of Representatives”(1909). Quest’opera è stata elogiata da personalità di spicco, tra cui Theodore Roosevelt, come uno dei migliori studi mai realizzati su questa carica governativa. Dal 1900 al 1908, Follett si è dedicata al lavoro sociale nel quartiere di Roxbury a Boston. Le donne potevano al massimo aspirare a quello che gli uomini ritenevano poco interessante come l’attività sociale, ma anche qui la Follett ha lasciato la sua impronta contribuendo all’apertura del Social Center presso la East Boston High School nel 1911 e nella formazione di molti altri centri sociali in tutta Boston. Questi centri sociali, che promuovevano l’educazione e la partecipazione comunitaria, hanno trasformato la sua visione della democrazia, portandola a considerare il coinvolgimento locale come un elemento essenziale per il progresso sociale. Da questa esperienza nasce il suo secondo libro, “The New State”, in cui ha esplorato la natura umana del governo e il ruolo delle comunità locali nella democrazia. Questo lavoro ha sottolineato l’importanza della partecipazione attiva dei cittadini e della collaborazione tra individui per creare un sistema democratico più efficace (giusto per dire che certe lezioni andrebbero ripetute in tempi attuali).
Negli anni Venti l’attenzione della Follett si rivolge al “mondo degli affari” al quale si dedicherà completamente e pubblica il suo terzo libro, “Creative Experience” (1924). Già il titolo è straordinariamente rivoluzionario e i concetti espressi non sono da meno. Quest’opera affronta più direttamente l’interazione creativa delle persone attraverso un processo continuo di risposta circolare.
Probabilmente una delle prime, se non la prima Consulente di gestione aziendale ha trovato molti ammiratori del suo lavoro, ma risulta ancora oggi poco conosciuta anche dagli specialisti e nei libri che mi sono stati propinati all’Università non è mai apparsa al contrario di uomini come Frederick Taylor (1856) e Elton Mayo (1880) forse, mi viene da pensare, perché troppo avanti anche per i nostri tempi. Non fraintendetemi la Follett rimane comunque condizionata dal suo tempo storico, ma se oggi negoziate in modo Win-Win, gestite i conflitti in modo integrativo, utilizzate la leadership situazionale e credete nella forza della diversità, dovete molto di più al suo pensiero che a quello di altri studiosi ben più citati.
Il suo lavoro è stato riconosciuto e celebrato da un recente libro dal titolo Mary Parker Follett Prophet of Management, un degno tributo al lavoro di una donna che ancora oggi può ispirarci.
Vi saluto con le sue parole.
Il sacrificio sembra alcune volte troppo negativo, ponendo l’accento su ciò a cui rinunciamo; il concetto di servizio sembra enfatizzare in alcuni casi il fatto invece che il valore del servizio stesso. Eppure, il servizio e il sacrificio sono nobili ideali, dei quali non si può fare a meno: sono al servizio del grande scopo della nostra vita, il nostro contributo a quel nuovo mondo che desideriamo veder sorgere, a quella che era che ci potrà portare alla massima realizzazione della nostra libertà in una società più razionale e giusta.